venerdì 19 gennaio alle h. 18.00, per il talk
GUARDARE LA CITTA’
Silvia Capaccioli / studio Moota – architetto ed Erica Romano -curatrice
organizzato all’interno della mostra
SOTTOVUOTO per una città epidermica
L’illustre filosofo francese Bachelard ci spiega dal punto di vista fenomenologico come lo spazio influenzi l’immaginazione poetica. Nel suo affascinante libro “La Poetica dello Spazio”, Bachelard esplora un concetto di “spazio” che non si estende sui vasti orizzonti del cielo o del mare, ma piuttosto si manifesta nei confini domestici, nell’intimità della casa. Estendendo questa riflessione, possiamo applicare il pensiero di Bachelard alla molteplicità di abitazioni che compongono le città, considerando come esse influenzino la nostra percezione poetica.
Le città, con il loro sviluppo eterogeneo e smodato, e la loro urbanistica apparentemente anarchica, a volte turbano e mettono in discussione i nostri valori più profondi, o quantomeno quelli più intimi. Le immagini che accompagnano la mostra ritraggono spazi apparentemente disabitati, ma densi degli “oggetti” che popolano le città, i microelementi di sistemi urbani complessi, frutto della loro costruzione e, allo stesso tempo, il mezzo attraverso il quale si manifestano e si raccontano.
Attraverso il lavoro di Pupi e Verdi, gli habitat risultano svuotati della presenza umana, assumendo un’aura quasi aliena e spersonalizzata. Questa osservazione, quasi oggettiva e analitica, esplora la qualità e la natura dei diversi insediamenti umani. L’idea del sottovuoto, in relazione al paesaggio urbano, diventa un atto di sottrazione – in questo caso, di aria, metaforicamente intesa come l’insieme complesso delle caratteristiche che identificano un luogo.
Un processo che mette in risalto ulteriormente gli elementi strutturali e portanti, i segni lasciati dal tempo e dal passaggio della storia. Togliere per sottolineare, o meglio evidenziare, sembra allora la cifra per conferire nuovo senso e significati ad immagini di città che percepiamo nella realtà contemporanea manipolate e svuotate della loro essenza.