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Periodo Mostra:

9 novembre 2023 – 30 dicembre 2023

Descrizione Mostra

La mostra Prospettive divergenti, a cura di Mattia Lapperier, propone una selezione dei lavori più recenti del pittore e scultore Giorgio Petracci.
Petracci vive e lavora a Parigi, attivo da tempo sulla scena internazionale, espone per la prima volta nella galleria fiorentina, che mette in mostra circa venti pezzi tra pittura e scultura.

Il dialogo, che si crea tra le opere pittoriche e le sculture ci conduce in una condizione di inganno percettivo. Le piccole sculture, questi oggetti e architetture “curiosi”, a volte surreali, spesso giocosi, ci intrigano e ci interrogano tanto quanto mettono in discussione l’artista stesso. Derivano dalla necessità di Petracci di incorporare il volume, ma anche di creare una presenza in studio.

A queste fanno da contraltare le opere pittoriche che si aprono come finestre su un paesaggio organico e minerale, che subisce una lenta alterazione. La scelta dei colori, la loro applicazione a strati, richiama gli elementi naturali: terreni ocra, minerali con sfumature di grigio, la trasparenza blu dell’acqua, forme vege- tali con diverse tonalità di verde. Attraverso questi paesaggi astratti, Giorgio Petracci raffigura il tempo che trascorre lentamente, inevitabile causa della trasformazione della natura.

Dunque non c’è alcuna gerarchia tra forma e colore, tra pittura e scultura. Fuse in un unica ricerca
tutte queste “architetture”, diventano portavoce di uno stato interiore. Un dialogo costante con l’astrazione che induce lo spettatore a distogliere lo sguardo dal pensiero didascalico, consegnandoci il privilegio in cui niente deve essere pensato in un solo modo.
Catalogo a tiratura limitata con testo di Mattia Lapperier.

“Il suo recente lavoro è strutturato per ambienti interiori, più articolati dei precedenti, a tratti persino più inquieti. È come se ora, per usare un’espressione impiegata dallo stesso artista, “avesse levato l’ancora, in favore di un’osservazione compiuta in alto mare”. Il mare a cui si riferisce Petracci non è solo l’Adriatico, è, a un livello più profondo, quello della coscienza. Le opere proposte in mostra, fluttuanti e sospese, offrono dunque visioni fugaci della sua interiorità. Sono una porta lasciata aperta che chi guarda è invitato a varcare.”

Giorgio Petracci
Nato a Fermo, Italia, nel 1974. Vive e lavora a Parigi.

All’età di 18 anni, Petracci si trasferisce a Bologna, per intraprendere una carriera al di fuori dell’arte. Du- rante gli studi universitari lavora alla Soprintendenza Archeologica, dove tocca con mano la magnifica ope- ra artistica delle popolazioni etrusche. Ma incontra anche una pletora di artisti studenti, da pittori a ballerini e artisti, e forma un collettivo di artisti noto come XY. Per due anni il gruppo espone i propri lavori in tutta la città di Bologna, curando mostre e realizzando performance per l’Università locale. Questa esperienza ha aiutato Petracci a riscoprire la passione per l’arte.

In quel periodo scopre anche il lavoro di Alberto Burri, che lascia il segno nella sua esperienza, concentran- dosi sulle interazioni tra colore e materia.
Dopo l’università, Petracci si è occupato di interior design e merchandising, lavorando per diversi anni in una famosa azienda del settore moda. Nonostante le opportunità che questa posizione offriva, dal 2015 Petracci decide di dedicarsi a tempo pieno alla pittura.

Dagli anni trascorsi in riva al mare Adriatico, molte immagini e ricordi influenzano le astrazioni di Petracci. Tuttavia, attualmente la sua ispirazione viene dalla scoperta di nuovi luoghi, dentro di sé. “Ora viaggio in un modo diverso, in modo più personale”, dice.
Per Petracci ogni sua opera rappresenta una crepa, una rottura della rappresentazione, un’apertura verso un mondo in cui scopriamo nuove idee e comprendiamo la nostra esistenza e immagine su questa terra. “Nella nostra vita”, dice, “ci sono momenti in cui possiamo vedere le cose con chiarezza, ma sono momenti davvero brevi perché siamo occupati da altre cose”. I dipinti di Petracci sono finestre su dimensioni alterna- tive: materia ed esistenza, innovazioni e paesaggi da scoprire. Spingono lo spettatore a seguire un percorso di scoperta personale ed emotiva.

Parallelamente, l’ambito del suo lavoro si è ampliato, esplorando e incorporando fotografia, scultura e musica nella sua pratica. Il legno è sempre stato il materiale preferito di Giorgio Petracci, pittore e scultore, sia come materiale delle sue sculture che come supporto per i suoi dipinti. Tuttavia, la nuova serie «oggetti curiosi» ha aperto una nuova strada alla sua espressione artistica. Queste piccole sculture, questi oggetti e architetture “curiose”, a volte surreali, spesso giocose, ci incuriosiscono e ci interrogano tanto quanto inter- rogano l’artista stesso. Nascono dalla necessità di incorporare volume, ma anche di creare una presenza in studio. Giocano con i nostri ricordi, con noi stessi, e diventano presenze, amuleti, portafortuna che ci accompagnano dolcemente come accompagnano l’artista nel suo studio. Compagni, come amuleti o buoni portafortuna che dolcemente ci accompagnano mentre fanno compagnia all’artista nel suo studio.

Attualmente Giorgio Petracci espone con le seguenti gallerie: Grege Gallery (Bruxelles), Les sentiments des choses (Paris), , Sugarlift (New York) e CasaEstudioGranado (Barcellona). Con questa mostra inizia la sua collaborazione con Cartavetra (Firenze)

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