BIASETTI-MANGIONE-PINELLI
21 Settembre, 2023 - 4 Novembre, 2023
Periodo Mostra:
21 settembre 2023 – 04 novembre 2023
Descrizione Mostra
A pretendere un destino a cura di Francesco Piazza
Nel corso della nostra esistenza, ci troviamo sospesi su una rete di possibilità misteriose, dove le scelte e le influenze esterne si intrecciano in un disegno intricato di strade, in cui ogni passo rappresenta una potenziale svolta e ogni decisione costituisce un nodo cruciale.
Siamo soli a pretendere il nostro destino!
Valentina Biasetti, Andrea Mangione ed Ettore Pinelli, danno forma alle innumerevoli incongruenze e alla paradossale solitudine di una realtà, quella che viviamo quotidianamente, in cui le distanze fisiche si sono irrimediabilmente dilatate e le interazioni digitali sono diventate onnipresenti.
In questa mostra, le narrazioni dei tre artisti si intersecano e si completano a vicenda costruendo un ponte emotivo e un dialogo silenzioso tra l’opera e l’osservatore, in cui il disegno è l’insostituibile strumento capace di decodificare le anime dei loro universi senza ricorrere a sovrastrutture, artefatti e stratificazioni. Una riflessione corale sulla complessità della condizione umana e sulla ricerca di significato della vita, nelle visioni di un destino che si sostanzia e si confronta ora con il buio dell’introspezione dove esplorare le emozioni meno esplicite e vincere l’inevitabile pudore di rappresentarle, ora con l’idea di una città/teatro dell’ignoto e dell’irrealizzabile e, infine, con il luogo delle relazioni interpersonali, delle sfide sociali e delle dinamiche di potere.
Valentina Biasetti
Attraverso la sua raffinata sensibilità, Valentina Biasetti apre una finestra sul labirinto dell’anima umana e ci conduce in un viaggio intimo, dove l’idea di isolamento si manifesta in forme complesse, intrise di un’atmosfera non finita in cui le mani e il corpo affiorano come figure centrali ed eloquenti. Ogni dettaglio, ogni macchia di colore, narrano una storia di solitudine e ricerca, rivelando il fluire delle emozioni e delle esperienze che trascendono il confine del visibile, sviluppandosi attraverso una danza vibrante tra luce e ombra, tra gesti mutevoli e segni sfuggenti. I suoi disegni catturano l’essenza dell’esistenza umana, lasciando trasparire i desideri nascosti e le cicatrici invisibili che portiamo con noi. In questo enigmatico scenario di forme e colori, lo spettatore si trova coinvolto in una armonia silente, in cui l’assenza del volto diventa un invito a esplorare l’intimità dell’essere umano, a cercare il senso della vita oltre le convenzioni superficiali. Le opere di Valentina Biasetti si rivelano così come un riflesso della nostra stessa natura, un richiamo a indagare le sfumature che si nascondono sotto la superficie e a confrontarci con le nostre vulnerabilità, la nostra forza interiore e la ricerca di connessione in una società che, ormai troppo spesso, appare distante e frammentata.
Andrea Mangione
Andrea Mangione, descrive paesaggi urbani come istanti sospesi tra la solidità del cemento e l’atmosfera gelida dell’isolamento. Le sue opere possono essere considerate come punti di ingresso in un territorio dove il tempo vissuto e lo spazio percorso si fondono in modo straordinario formando un sottile intreccio di esperienze che, riunite in una sorta di mappa emotiva, guidano lo spettatore nella comprensione profonda dell’esperienza umana. I colori freddi, i toni grigiastri e il chiaroscuro sapientemente dosato restituiscono la sensazione di un luogo dove le emozioni sembrano sbiadire di fronte alla solitudine. Mangione non teme di sondare la bellezza insita nella malinconia dell’abbandono e attraverso immagini che emanano un’aura perturbante e al tempo stesso affascinante, spalanca una finestra sulla fragilità stessa dell’umanità e spinge lo spettatore ad immergersi nella realtà del nostro tempo, afferrando la poesia che si cela nelle angolazioni geometriche, nelle linee severe e nelle ombre suggestive di luoghi apparentemente dimenticati. Nell’universo di Andrea, ci addentriamo in una sfera di esistenza sospesa tra concretezza e immaginazione, svelando la poesia nascosta nei meandri dell’ordinario in cui i dettagli, spesso relegati all’oblio dalla superficialità dell’osservazione comune, si rivelano qui come scrigni di significato e complessità.Inizio modulo
Ettore Pinelli
Nella vasta e caotica rete virtuale, in angoli oscuri e inesplorati, si celano frammenti di una realtà esplosiva, catturati dagli occhi di Ettore Pinelli, anima visionaria, che racconta l’essenza cruda della violenza urbana. Le scene di pestaggio rappresentate nelle opere in mostra, tratte da un video amatoriale recuperato nel complesso dedalo del web, diventano il riflesso inquietante di un mondo nascosto e sovversivo; testimonianze incandescenti di una società in tumulto, catturano l’energia frenetica e l’urlo muto che permea il caos delle strade in cui la figura umana emerge come protagonista, delineando la drammaticità dell’espressione e dell’interazione. In questi lavori, il tratto audace del disegno si fonde nel colore e l’artista dà vita alle ombre della brutalità e dell’aggressione, alle maschere di coloro che rappresentano parte di una generazione in perenne conflitto con sé stessa e con gli altri, che urla la sua disperazione contro un sistema indifferente. Carichi di una tensione palpabile, le opere di Pinelli, spingono lo spettatore ad affrontare una realtà scomoda, mettendolo di fronte all’eterna lotta tra oppressi e oppressori, tra il desiderio di libertà e l’implacabile macchina punitiva dello stato, trasformando scene di violenza urbana in forme di espressione radicale: uno sguardo diretto nell’abisso della disillusione umana, in cui ogni tratto vibrante racconta una storia di ribellione e speranza.